La ventiduesima Conferenza internazionale sul clima di Marrakech si è chiusa con l’impegno da parte di tutti i paesi di proseguire nella direzione prevista dall’Accordo della COP 21 Parigi (ne abbiamo parlato qui) ma pur ribadendo l’urgenza dell’azione climatica, non sono stati presentati impegni concreti in questa direzione. Eppure, l’Italia e l’Europa sono chiamate ad assumere un ruolo di leadership per dare gambe all’Accordo di Parigi, ma soprattutto per lo sviluppo di un’economia europea fossil free, la sola in grado di farci vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle imprese europee.
“Dopo la COP22 di Marrakech – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – è arrivato il momento di aprire un confronto pubblico sugli obiettivi al 2030 per il Clima fissati dall’Accordo di Parigi e sui quali l’Unione Europea è impegnata con un importante processo legislativo. Ma l’Europa deve tornare ad avere un ruolo guida a livello internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici, per farlo è fondamentale che metta in campo azioni decisive e impegni ambiziosi. Non si può più nascondere dietro Usa e Cina, è ora che avvii un importante cambio di passo. In particolare sono due sono le sfide principali che si dovranno affrontare per contribuire allo sviluppo delle imprese e fermare la febbre del Pianeta: la decarbonizzazione dell’economia e il rilancio delle fonti rinnovabili in Italia”.
“A Marrakech – ha dichiarato il Vicepresidente di Kyoto Club Francesco Ferrante – la buona notizia è stata che nessun Governo di nessun Paese ha dichiarato di voler seguire Trump e il suo negazionismo fuori tempo. Anzi è apparso evidente che la lotta ai cambiamenti climatici sta diventando anche un fattore economico potente nella geopolitica internazionale. Anche per questo l’Italia, che può vantare talenti ed eccellenze importanti nel campo della green economy, non può più permettersi di perdere tempo e deve imboccare con decisione la strada di politiche industriali che disincentivino i fossili e premino invece rinnovabili, efficienza ed economia circolare”.
COSA NE PENSA TRUMP DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI?
A differenza di quanto dichiarato in campagna elettorale, il neo eletto presidente Donald Trump ha cambiato drasticamente la propria posizione sui cambiamenti climatici. Infatti, in un tweet del 2012 affermava che il surriscaldamento globale era stato creato dalla Cina per favorirla economicamente.
Mentre in una dichiarazione di qualche giorno fa al New York Times ha detto: “Penso che i cambiamenti climatici siano legati in qualche modo all’attività degli uomini, c’è una correlazione. Bisogna vedere quanto questo costerà alle nostre imprese”.
Per il momento si prosegue sugli accordi di Parigi, ma con che velocità lo potremo sapere solo nei mesi prossimi.