Dall’unico appartamento all’intero condominio: in questo “balzo” si gioca il futuro della riqualificazione energetica in Italia.
La cosiddetta “deep renovation”, cioè il rinnovamento radicale e profondo di vecchi edifici, è ancora poco diffuso nel nostro Paese. Finora, infatti, le detrazioni fiscali del 65% sono servite soprattutto a finanziare interventi a macchia di leopardo, circoscritti alle abitazioni di singoli proprietari.
Eppure nello Stivale ci sono milioni di palazzi, costruiti nei decenni del boom edilizio, ormai obsoleti e con prestazioni energetiche lonta
nissime dagli standard più moderni.
Per promuovere gli investimenti anche in questo settore, il Governo sta studiando una nuova strategia che prevede di estendere l’ecobonus ai condomini e di creare un fondo pubblico-privato da almeno 4-5 miliardi di euro, con cui iniziare a finanziare i diversi lavori.
Gli ostacoli finanziari
L’idea, in realtà, è stata proposta in prima battuta dall’ENEA e dal Green Building Council Italia (GBC Italia). E ora sembra essere confluita nel piano predisposto dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal viceministro dell’Economia, Enrico Morando. La considerazione di partenza è questa: il bonus fiscale, da solo, è uno strumento inefficace se si vuole “pensare in grande”, facendo entrare i condomini nella partita della riqualificazione energetica.
L’ostacolo maggiore è di tipo finanziario, perché molti inquilini non vogliono, o semplicemente non possono, anticipare i soldi necessari. Per riqualificazione profonda, è bene ricordare, s’intende una serie di misure che dovrebbe garantire risparmi energetici consistenti, del 60-80%, rispetto alla situazione originaria.
Non solo caldaie a condensazione e infissi più efficienti, quindi, ma anche realizzazione di cappotti interni o esterni e coibentazione di tetti e altre superfici esposte. Si tratta, insomma, di agire per prima cosa sull’isolamento termico dell’edificio.
Il nuovo piano
Il piano Delrio-Morando, allora, prevede la costituzione di un fondo da parte della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), aperto però anche ai soggetti privati, destinato a finanziare gli interventi straordinari di ammodernamento energetico nei complessi condominiali. Secondo le stime, almeno 12 milioni di palazzi sarebbero interessati da questo piano e potrebbero richiedere la copertura finanziaria del fondo.
Come funzionerebbe il meccanismo? Fatto cento l’esborso totale per riqualificare un intero edificio, le varie famiglie dovrebbero anticipare solo il 10% della somma complessiva, quindi, poniamo, ad esempio 10.000 euro (divisi tra il numero di appartamenti) su 100.000 preventivati per eseguire gli interventi. Questi ultimi andrebbero individuati attraverso una diagnosi energetica obbligatoria.
Gli altri 90.000 euro sarebbero poi anticipati dalla CDP: facile intuire, a questo punto, che le società di servizi energetici (ESCo, Energy Service Companies) potrebbero giocare un ruolo molto importante, realizzando le opere di riqualificazione in tutta sicurezza, grazie appunto alla garanzia finanziaria della cassa.
Sarà poi la stessa CDP a recuperare il 65% dell’investimento, in dieci anni, grazie a un credito d’imposta di entità pari all’ecobonus. Il rimanente 35% andrebbe addebitato, presumibilmente per un periodo di dieci anni, sulle bollette dei singoli appartamenti, con un piccolo tasso d’interesse.
Le famiglie, comunque, grazie ai risparmi energetici ottenuti, pagherebbero meno di quello che pagavano in precedenza ogni mese per le forniture di energia, inoltre avrebbero il vantaggio di possedere un immobile più efficiente e, quindi, di maggior valore.
Vedremo come sarà attuato in concreto il piano. Secondo i calcoli dei ministeri coinvolti, il mercato della deep renovation potrebbe valere intorno ai 10-12 miliardi di euro.