Il termine è stato coniato più di 10 anni fa dall’olandese Paul Crutzen, esperto di chimica atomosferica e vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 1995 per “gli studi sulla chimica dell’atmosfera, in particolare riguardo alla formazione e la decomposizione dell’ozono”. Secondo Crutzen gli ultimi due secoli sono stati caratterizzati dalla prepondaranza della specie umana su tutto il resto del Pianeta: le attività umane hanno modificato gli equilibri naturali in maniera così profonda che possono essere ormai considerate vere e proprie forze geologiche, in grado di determinare l’evoluzione futura del Pianeta.
Un recente studio pubblicato su Science all’inizio del 2016 dimostra che l’impatto delle attività antropiche ha lasciato ormai la sua firma nella stratigrafia dei sedimenti e dei ghiacciai, rendendo possibile la distinzione con l’olocene. La firma stratigrafica sarebbe costituita da metalli, cemento, plastica e idrocarburi, azoto, ceneri e radionuclidi artificiali.
Per questo oggi l’Anthropocene Working Group propone di utilizzare ufficialmente il termine Antropocene (che peraltro compare anche nella Treccani) per definire la nuova era geologica, il cui momento d’inizio è stato individuato (per ora solo informalmente) circa a metà del XX secolo.
Ascolta le interviste:
Radio Televisione Svizzera http://www.rsi.ch/news/mondo/Siamo-nellAntropocene-7951472.html
Per saperne di più:
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/antropocene-esiste-e-ha-gia-lasciato-la-sua-firma-sulla-terra/
http://www.greenreport.it/news/energia/gli-araldi-dellantropocene-bombe-atomiche-dipendenza-dal-petrolio/