Il 2015 è stato per gli USA l’anno del boom per l’occupazione nel settore del fotovoltaico che ha avuto una crescita di dodici volte superiore rispetto al resto dell’economia. Tanto per dare un’idea, oggi il solare “made in USA” offre più posti di lavoro di petrolio e gas messi insieme. Grazie al fatto che il Congresso ha introdotto il credito d’imposta per gli investimenti nel settore, sembra proprio che anche il 2016 debba essere un anno memorabile per l’industria americana del fotovoltaico.
Tuttavia anche negli Stati Uniti la scelta di produrre energia dal sole non dipende solo dalle politiche d’incentivo.
Uno studio pubblicato nel 2014 sul Journal of Economic Geography da Kenneth Gillingham, della Yale School of Forestry & Environmental Studies, e da Marcello Graziano dell’Università del Connecticut, dimostra che il fattore più importante che influenza l’adozione solare può essere la scelta fatta dai vicini di casa.
Lo studio ha analizzato la crescita dell’energia solare residenziale in tutto il Connecticut, dove i primi tetti solari sono comparsi nel 2005, quando lo Stato stanziò dei sussidi per il fotovoltaico, scoprendo che l’energia solare stava crescendo più rapidamente nei centri piccoli e medi che nelle grandi città e che questa crescita non aveva niente a che fare con la ricchezza di un’area rispetto a un’altra. Dopo un esame più attento Gillingham e Graziano hanno concluso che era in atto un fenomeno che hanno chiamato “neighbor effects”. In particolare, l’aggiunta di un pannello solare su un tetto aumentava di 0,44 il numero medio di impianti nel raggio di mezzo miglio. Questo confermava una precedente ricerca di Gillingham che aveva scoperto effetti simili in California.
Insomma, il fotovoltaico è contagioso e alcune città sono notevolmente “contagiose”!
PER SAPERNE DI PIU’:
http://www.greenreport.it/news/clima/lenergia-solare-contagiosa-si-diffonde-negli-usa/#prettyPhoto