L’amianto è ancora presente nelle nostre case, negli stabilimenti industriali, negli immobili agricoli anche fatiscenti. Col passare del tempo i manufatti contenenti amianto si degradano progressivamente esponendo le persone a rischi per la salute. Parliamo un po’ di questo materiale, tanto utile quanto pericoloso.

COS’È L’AMIANTO

L’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale naturale di tipo fibroso. Nell’uso comune, il termine “amianto” viene utilizzato per indicare diversi minerali tutti riconducibili al gruppo dei “silicati”: crisotilo, crocidolite, amosite, antofllite, tremolite ed actinolite.

In natura, l’amianto è presente in diverse parti della terra e l’estrazione avviene facilmente in miniere a cielo aperto. Data la grande diffusione, con i metodi di analisi attuali è possibile rilevarne la presenza nell’aria in quasi tutte le aree antropizzate. La presenza di fibre di amianto nell’aria può essere dovuta sia all’erosione naturale delle rocce superficiali, sia da MCA di impiego industriale. L’aria che respiriamo nelle principali città contiene solitamente meno di 1 fibra d’amianto inalabile per litro.

L’Italia è stata uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto fino alla fine degli anni ‘80. Dal secondo dopoguerra fino a quando ne è stato bandito definitivamente l’uso (Legge 257/1992), sono state prodotte quasi 4 milioni di tonnellate di amianto grezzo, con il picco produttivo raggiunto tra il 1976 ed il 1980 (più di 160.000 tonnellate/anno). Le importazioni italiane di amianto grezzo sono state pure molto consistenti: complessivamente, dal dopoguerra al 1992, l’Italia ha importato circa 2 milioni di tonnellate di amianto.

In Italia, a Balangero (TO), vi era la più grande miniera di amianto crisotilo d’Europa (e una tra le prime al mondo): situata sul monte San Vittore, l’Amiantifera fu attiva dal secondo decennio del XX secolo fino al 1990.

(AMIANTIFERA di Balangero, foto del 2009 di F Ceragioli – Opera propria, CC BY-SA 3.0)

PROPRIETÀ DELL’AMIANTO

Il termine “amianto” deriva dal greco “amiantos”, cioè “incorruttibile”. Il termine “asbesto” deriva anch’esso dal greco “asbestos” e significa “inestinguibile”.

FONTE: TRECCANI.

Questi termini suggeriscono proprio le caratteristiche che hanno fatto dell’amianto un materiale così largamente utilizzato, cioè principalmente la grande resistenza chimico-fisica. L’amianto infatti:

  • resiste molto bene al fuoco, al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura sia termica che meccanica;
  • è dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti;
  • è un materiale flessibile e leggero;
  • si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC).
  • è facilmente filabile e può diventare un tessuto (usato per la realizzazione di guanti o di abiti da lavoro).

La sua struttura fibrosa lo rende allo stesso tempo resistente e flessibile, oltre che facilmente lavorabile. Per la sua versatilità, dai primi del ’900 è stato ampiamente utilizzato nei principali settori industriali e tecnologici, trovando applicazione in molti campi: infatti è stato utilizzato per realizzare pannelli, lastre e componenti per la protezione antincendio e l’isolamento termico di case, treni e navi; nelle pastiglie dei freni e nelle frizioni per l’industria automobilistica; nelle guarnizioni dell’industria chimica e petrolchimica.

Purtroppo, è proprio la struttura fibrosa che lo rende anche molto pericoloso per la salute umana: le fibre di amianto sono estremamente sottili ed addensate (in un centimetro lineare è possibile affiancare circa 335.000 fibre di amianto). La particolarità dell’amianto risiede nella sua capacità di sfaldarsi in fibre sempre più sottili (e quindi più facilmente respirabili) quando viene lavorato o manipolato. Una volta inalate, le fibre penetrano facilmente nell’interstizio polmonare.

Nei manufatti e nelle diverse applicazioni le fibre possono essere:

  • libere o debolmente legate; si parla in questi casi di amianto in matrice friabile;
  • fortemente legate in una matrice stabile e solida; si parla in questo caso di amianto in matrice compatta.

GLI EFFETTI SULLA SALUTE

L’amianto è in grado di causare gravi patologie di natura irritativa, degenerativa e cancerogena a carico prevalentemente dell’apparato respiratorio.

Le fibre che possono essere rilasciate nell’aria sono “potenzialmente respirabili”, cioè, secondo la definizione dell’OMS, fibre caratterizzate “da una lunghezza superiore od uguale a 5 μ e da un rapporto di allungamento (L:D) maggiore od uguale a 3:1” con caratteristiche di elevata bio-persistenza una volta penetrate nel polmone.

In base alle conoscenze attuali, esiste solo un limitato pericolo per la salute in caso di ingestione di fibre di amianto presenti, ad esempio, nell’acqua potabile o negli alimenti.

FONTE: SUVAPRO.

Le malattie che possono essere causate dall’inalazione di fibre di amianto sono:

  • Asbestosi. Processo degenerativo polmonare con formazione di cicatrici fibrose sempre più estese, che provocano ispessimento e indurimento del tessuto polmonare (fibrosi interstiziale progressiva), con conseguente riduzione dello scambio di ossigeno fra aria inspirata e sangue, che determina nel tempo una grave insufficienza respiratoria; si manifesta per esposizioni medio-alte ad amianto e per tempi prolungati.
  • Cancro dei Polmoni. Può comparire anche per esposizioni minime anche a distanza di 15 / 20 anni da quando è terminata l´esposizione. Il rischio aumenta all´aumentare dell´esposizione. L’insorgere della patologia è maggiore per i soggetti fumatori.
  • Mesotelioma. Tumore maligno della pleura (membrana di rivestimento del polmone) o del peritoneo (intestino). Può manifestarsi anche dopo 25 / 40 anni da esposizioni anche a basse dosi. Questo tipo di tumore (molto raro) si manifesta quasi esclusivamente a seguito di esposizioni ad amianto, ed ha un decorso rapido e mortale. Non è possibile stabilire un livello di esposizione minimo a fibre di amianto al di sotto del quale non sussista il rischio di contrarre il mesotelioma.
  • Altre neoplasie. L’esposizione ad amianto è associata anche a tumori del tratto gastro-intestinale e della laringe.
  • Placche pleuriche. Zone fibrose o parzialmente calcificate, che coinvolgono la superficie della pleura e, in genere, non hanno un decorso maligno e non alterano normalmente le funzioni del polmone.

Le malattie da amianto possono manifestarsi anche dopo molti anni, spesso anche oltre 40 anni dalla prima esposizione. Gli effetti più gravi delle polveri di amianto, come il mesotelioma o il carcinoma polmonare, sono correlati alla dose di fibre “cumulata” nei tessuti in un certo periodo di tempo, espressa come intensità per il tempo dell’esposizione.

Benché dal 1992 i prodotti in amianto siano stati messi al bando, esiste ancora un rischio di esposizione all’amianto perché quantità rilevanti di materiali contenente amianto (MCA) sono ancora presenti negli edifici, negli impianti e nelle attrezzature. Se non adeguatamente manipolati e gestiti, questi manufatti possono ancora rilasciare fibre nell’aria e costituire un pericolo per la salute.

L’AMIANTO È SEMPRE PERICOLOSO?

La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute. La potenziale pericolosità dei materiali che contengono amianto dipende dalla possibilità che si disperdano fibre nell’ambiente e che queste possano essere inalate. Un MCA ben conservato, confinato e non disturbato non rappresenta un grave ed imminente pericolo.

Pertanto, per capire se si è effettivamente esposti a rischi, occorre valutare la possibilità di rilascio di fibre nell’ambiente. Si tratta di prendere in esame 2 criteri principali:

  1. La friabilità del materiale
  2. Lo stato di conservazione assieme alle possibili cause di danneggiamento.

La friabilità dei materiali è in assoluto il criterio più importante. In base alla friabilità, i materiali contenenti amianto possono essere classificati come:

  • FRIABILI: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale;
  • COMPATTI: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l´impiego di attrezzi inalate penetrano facilmente nell´interstizio polmonare meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).

I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente a causa della scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o da parte degli occupanti dell’edificio, se sono collocati in aree accessibili.

Lo stato di conservazione del manufatto contenente amianto, assieme alle possibili cause di deterioramento o danneggiamento (sollecitazioni meccaniche, stress termici o dilavamento), riguarda anche i materiali compatti. Questi materiali devono essere tenuti sotto controllo, prendendo in considerazione i principali indicatori utili per valutarne lo stato di degrado e il potenziale rilascio di fibre, e cioè:

  • la friabilità del materiale;
  • lo stato della superficie ed in particolare l’evidenza di affioramenti di fibre;
  • la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d’acqua e grondaie;
  • la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento.

L’insorgere di patologie tumorali non è sempre legato ad una lunga esposizione a fibre di amianto, ma è stato provato che è possibile contrarre malattie anche con basse esposizioni.

Il rischio di esposizione, quindi, non interessa solo i lavoratori che operano su materiali contenenti amianto, ma anche tutte quelle persone che risiedono o frequentano ambienti in cui è presente amianto sotto forma di manufatti.

Per scrivere questo articolo abbiamo utilizzato le seguenti fonti:
Cavariani F., D.Orsi F.. 2014. Il responsabile amianto. EPC Editore.
Di Cosimo M.C. 2016. Amianto: guida pratica per la gestione dei manufatti. Maggioli Editore.
SuvaPro. Amianto: come riconoscerlo e intervenire correttamente.
www.comune.balangero.to.it
www.arpae.it
www.inail.it