Anche quest’anno è arrivato in Italia e in Pianura Padana il picco di caldo e, come al solito, ci si ritrova a pensare che “non è normale”. In questi giorni il riscaldamento globale sembra avere più successo sulla stampa rispetto al resto dell’anno, come se le persone possano ammettere l’esistenza del surriscaldamento globale solo quando sudano di più! Anche questo è certo un effetto del clima che cambia, ma le riflessioni devono necessariamente essere più approfondite e, soprattutto, costantemente stimolate.
Sono ormai disponibili i resoconti relativi al clima globale del 2017: confermano, sostanzialmente, la tendenza degli ultimi anni: la temperatura media globale è ancora in aumento, tanto che nel 2017 è stato registrato un nuovo record (come anche nel 2016 e nel 2015). Lo afferma il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Agency), che insieme all’American Society of Meteorologists, ha appena pubblicato il rapporto annuale sullo Stato del Clima 2017 . Oltre alla temperatura, ci sono altri importanti risultati, che trovate schematicamente elencati in questo articolo di greenreport.it. Insieme alla temperatura, nel 2017 è stato battuto anche il record di concentrazione della CO2 in atmosfera (superando la soglia allarme di 400 ppm) ma anche di altri due importanti gas serra: metano e protossido di azoto.
Per quanto riguarda l’estate 2018, all’Italia è andata un po’ meglio rispetto all’estate scorsa. Siccità e alte temperature hanno invece colpito duramente il Nord Europa.
La rivista Il Post ha parlato di recente delle anomalie climatiche europee. Anche Repubblica Ambiente ha dedicato un articolo all’attuale situazione, mostrando immagini satellitari di alcuni paesaggi nordici, normalmente verdi, che appaiono invece marroni a causa della siccità.
L’emergenza incendi, invece, ha riguardato, oltre alla Grecia, anche la Svezia. Come spiega Luca Mercalli nella sua pillola video, la causa è stata un’anomalia di calore sulla Scandinavia, che ha portato temperature (mai viste) oltre i 30°C anche al Circolo Polare Artico.
Quella con cui si deve fare i conti è quindi una “nuova normalità”, fatta di eventi estremi sempre meno eccezionali. Non solo temperature maggiori ma anche ondate di caldo, siccità, alluvioni, nubifragi, e via dicendo.
Che fare quindi? E’ necessario “adattarsi”!
Finora si è sentito parlare soprattutto di “mitigazione“, cioè azioni per ridurre le cause del riscaldamento globale (in particolare le emissioni di CO2 antropogeniche in atmosfera). D’ora in avanti sarà sempre più urgente ragionare ed agire ai fini dell’ “adattamento climatico“, cioè azioni per migliorare la resilienza di persone e territori nei confronti dei cambiamenti climatici in atto.
Per saperne di più sulla resilienza vi consigliamo la visione del video seguente.