“NZEB” un acronimo quasi futuristico, difficile da pronunciare ma con cui dovremo prestissimo familiarizzare. Di cosa si tratta? Delle case del futuro, degli Edifici a Emissioni Quasi Zero, in inglese Near Zero Energy Building, e… no, non saranno necessariamente sferici!
Si tratta di edifici con una struttura edilizia che richiede pochissima energia per la climatizzazione invernale ed estiva degli ambienti, e in cui l’energia comunque necessaria proviene per almeno il 50% da energia rinnovabile.
Per gli addetti ai lavori si tratta di applicare un elenco di criteri estremamente specifici in fase di progettazione, anche nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti, attraverso l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, livelli di isolamento termico molto elevati, elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, sistemi di ombreggiamento e sistemi di illuminazione ad alta efficienza.
Siamo di fronte ad un cambio culturale nell’ambito dell’arte di costruire in cui si chiede che l’efficienza energetica entri come aspetto fondamentale nei criteri di progettazione.
Ancora una volta tutto parte da una Direttiva Europea, emanata nel 2010, che dispone che, a partire dal 31 dicembre 2020, tutte le nuove costruzioni debbano essere edifici NZEB. In Italia la direttiva è stata recepita nel 2013 con la legge 90, che ha previsto NZEB per i nuovo edifici del settore pubblico a partire dal gennaio 2019 e per tutti gli altri settori dal gennaio 2021. Regione Emilia Romagna e Regione Lombardia hanno anticipato però tali scadenze di due anni: dal primo gennaio 2017 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2019, per gli edifici privati, nuovi e ristrutturati.
Il costo aggiuntivo per realizzare un nuovo edificio a energia quasi zero è stato stimato dal “Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero” (PANZEB), da poco pubblicato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, per la nostra fascia climatica, in 90€/m2 per gli edifici monofamiliari e in 65€/m2 per i condomini; l’aggravio dei costi è dovuto in misura maggiore alle soluzioni impiantistiche adottate piuttosto che alle misure atte alla coibentazione dell’involucro edilizio. Per quanto riguarda gli edifici esistenti invece complessivamente, nei casi esaminati, il costo di una trasformazione di un edificio esistente in NZEB comporta una spesa minima compresa tra circa 500 e 600 €/m2.
Il PANZEB stima inoltre i potenziali risparmi raggiungibili nel periodo 2015-2020, nell’ipotesi che l’1% della superficie totale dei nuovi edifici residenziali (7,2 milioni di m2 anno) appartenga a edifici NZEB, in circa 2.000 tep da sommare ai circa 5.000 tep del settore pubblico e ai 880 tep del settore non residenziale.
Insomma un primo passo importante al 2020, non tanto in termini quantitativi visto che i consumi italiani del solo settore residenziale sono circa 34 milioni di tep, ma soprattutto in vista di quel grande sforzo comune che sarà necessario per onorare gli impegno presi a Parigi nel 2015: mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 2°C.
Edifici ad emissioni quasi zero significa quindi risparmio energetico, ma anche spese di gestione molto limitate e un considerevole aumento del confort abitativo. Le case del futuro saranno presto nelle nostre città.
Scarica il Piano d’Azione per incrementare gli edifici ad energia quasi zero” (PANZEB, link esterno)
Per saperne di più:
leggi l’articolo NZEB e Nuovo Decreto Requisiti Minimi