Dal punto di vista della classe energetica, il patrimonio edilizio del nostro Paese è caratterizzato dalla stragrande maggioranza di edifici in classe G o inferiore. Lo ribadisce un recente studio, di cui ha parlato Il Sole 24 Ore nel numero di mercoledì 11 aprile, effettuato da una nota azienda del settore immobiliare (Gabetti Property Solutions), i cui risultati dicono che il 75% del patrimonio esistente è stato costruito prima degli ’70, dunque prima della prima legge sul risparmio energetico 376/76.
Il valore di questi immobili può essere accresciuto grazie ad interventi di riqualificazione energetica, in modo da poterli rimettere sul mercato in maniera maggiormente proficua.
“Gli interventi finalizzati al risparmio energetico sono ben ammortizzati dai vantaggi fiscali, dai minori costi in bolletta e dal più alto comfort abitativo, che permette di affittare sui livelli massimi” spiega il direttore generale dell’azienda. Ma quali sono i principali lavori da mettere in campo?
Lo studio in questione identifica “la sostituzione della vecchia caldaia con un modello a basso consumo, come quelle a condensazione” come l’intervento più importante, da effettuare preliminarmente al cambio dei serramenti o alla coibentazione dell’involucro.
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