In tutte le sue biografie, Pete Seeger non manca mai di essere definito “environmentalist”. Di certo è uno dei folk singer che ha fatto dell’attivismo, non solo ambientale, la principale fonte d’ispirazione della sua musica, tanto che è difficile dire se Seeger fosse attivista prima che musicista o viceversa.
Ma indipentemente da questa distinzione, non necessariamente interessante, Seeger scrisse una marea di brani “ecologisti”, dal testo molto diretto, praticamente infraintendibili. Newyorkese, si impegnò direttamente contro l’inquinamento del Fiume Hudson fondando nel 1966 l’organizzazione Hudson River Sloop Clearwater. Oggi, come allora, l’organizzazione si occupa di educazione ambientale, attraverso escursioni in barca lungo il fiume, e lavora direttamente per ripulire il corso d’acqua.
“My dirty stream” è una canzone interamente dedicata al suo fiume, in cui Seeger ne ripercorre il corso dalla sorgente alla foce e progressivamente vede aumentare gli effetti deturpanti della presenza umana.
Particolarmente interessanti sono la terza e la quarta strofa.
At Glens Falls, five thousand honest hands
Work at the consolidated paper plant
Five million gallons of waste a day
Why should we do it any other way?
Down the valley one million toilet chains
Find my Hudson so convenient place to drain
And each little city says, “Who, me?
Do you think that sewage plants come free?”
Buon ascolto!
My dirty stream – Pete Seeger
(God bless the grass, 1966)